Quantcast
Channel: la Eco » tennis
Viewing all articles
Browse latest Browse all 6

Da Lenglen a Federer: tutta la magia di Wimbledon

$
0
0

I cancelli dell’All England Club si sono aperti lunedì scorso. Wimbledon è iniziato e l’ha fatto nel pieno delle tradizioni che da 125 anni accompagnano il torneo londinese. Un prestigio costruito nel tempo grazie alle gesta di campioni e campionesse che hanno contribuito a creare e rinsaldare il fascino della terza prova del grande slam. Wimbledon non è un torneo come tutti gli altri, è quello che qualsiasi giocatore vorrebbe arrivare a vincere, è il torneo al quale in tanti si accontentano anche solo di partecipare. Le tradizioni dicevamo. Entrare sul centrale di Wimbledon vuol dire tuffarsi nello spirito sportivo tipicamente inglese di fine ‘800 e inizi ‘900. Nessuna pubblicità, nessun marchio gigantesco dietro le spalle dei giocatori, aspetti che invece caratterizzano gli altri tornei del Mondo, compresi gli altri tre slam. È praticamente l’unico torneo del circuito sull’erba, e questo contribuisce senza dubbio ad aumentare l’appeal che ha sui giocatori. La tradizione della divisa rigorosamente in bianco, che piega anche le logiche del merchandising e degli sponsor tecnici, al quale nessuno ha mai provato a opporsi, se non Agassi a parole.

Un torneo che vive in una realtà antica e allo stesso tempo affascinante, che il 17 maggio 2009 si è dovuto adattare per la prima volta, e forse anche per l’unica, alla modernità. Quel giorno, sopra le teste di Agassi, Steffi Graf, Tim Henman e Kim Clijsters, venne inaugurato il tetto del nuovo centrale, che si chiude solo in caso di pioggia. I più tradizionalisti storsero la bocca, ma i troppi problemi d’organizzazione, con le partite sospese e ricominciate addirittura il giorno dopo, hanno portato a questa scelta, almeno per quanto riguarda il centrale. Nella mente restano scolpite indelebili le magiche vittorie di Sampras nel 2000 o di Nadal nel 2008, finali interminabili, che videro le premiazioni, nel centre court, illuminate solamente dai flash del pubblico. Wimbledon è questo… è la tradizione, che però resta sempre al passo coi tempi; è il vecchio che va sempre di moda.

LA STORIA. Wimbledon è stato teatro di alcune delle più belle rivalità del tennis, è stata la casa di artisti della racchetta come Suzanne Lenglen, Fred Perry, unico vincitore inglese dal lontano 1936, Rod Laver, quattro volte vincitore e autore di ben due Grandi Slam; per non parlare dei domini di Borg negli anni ‘70, cinque trionfi consecutivi tra il 1976 e il 1980, e Billie Jean King, che chiuderà la carriera con venti trionfi tra singolare, doppio e doppio misto. Martina Navratilova e John McEnroe, che dominarono gli anni ‘80. Poi ancora Becker, che s’impose tre volte, e Pete Sampras, padrone di casa (sette trofei) prima dell’arrivo di Roger Federer, il quale nel 2001 pose fine al suo regno nei quarti di finale. Nel singolare femminile gli anni ‘90 furono di Stefi Graff, che vinse sei volte.

STORIA MODERNA. Dal 2003 al 2007 inizia il regno di Federer, che arriva a eguagliare le cinque vittorie di fila di Borg, ma non a superarlo. Infatti, Nadal nel 2008 conquista il suo primo Wimbledon proprio in finale contro Federer, in quella che viene ricordata come una delle più grandi partite di tutti i tempi. I titoli londinesi per lo svizzero sono però sei, perchè nel 2009, in finale contro Roddick, Federer si riprende Wimbledon, arrivando a un solo trionfo di distanza da Sampras. Le ultime due edizioni portano la firma di Nadal e di Djokovic. Nel femminile gli anni 2000 sono dominio incontrastato delle sorelle Williams che in due hanno vinto nove volte sull’erba dell’All England Club. Nel 2010 ad assistere a Wimbledon torna anche la Regina, 33 anni dopo l’ultima visita. Oltre che per la vittoria di Nadal l’ultima edizione del primo decennio del 2000 si ricorderà per la maratona del campo 18 tra Isner e Mahut. Il punteggio finale recita: 6–4, 3–6, 67–7, 7–63, 70–68, dopo 11 ore e 5 minuti di gioco, la partita più lunga della storia del tennis.

E QUEST’ANNO? Nella prima settimana non sono mancate le sorprese: fuori al primo turno Venus Williams, vincitrice per cinque volte, e Rafael Nadal, numero 2 del mondo, battuto in 5 set da Rosol. In Inghilterra ora già brindano per il certo arrivo di Murray in finale, almeno secondo loro. I britannici aspettano dai tempi di Perry un profeta in patria. C’è stato Tim Hamman a far sognare i sudditi di sua maestà che, assiepati sulla “Henman’s Hill”, aspettavano un suo trionfo. La grande pressione però ha portato Hamman a non andare mai oltre la semifinale. Murray soffre dello stesso problema, con l’aggravante che quando vince è inglese ma quando perde tutti si ricordano che in realtà è scozzese. Con Nadal fuori, però, è vero che la strada per la finale è tremendamente più facile. Dall’altra parte del tabellone si prospetta la solita semifinale Djokovic-Federer, anche se lo svizzero, dopo i due primi turni vinti brillantemente, ha corso grandi rischi nel terzo contro Benneteau, il quale conduceva per 2 set a 0 prima di arrendersi al quinto. Oggi è stata la giornata delle azzurre: la Schiavone e la Vinci hanno raggiunto agli ottavi di finale una grandissima Camila Giorgi, mentre la Errani si è arresa per 6-0 6-4 alla kazaka Shvedova.

foto: Alcuni diritti riservati a ReeSaunders

Cristiano Checchi


Viewing all articles
Browse latest Browse all 6

Trending Articles